Impepata di cozze: lo sport del weekend

Redattore R: Le soluzioni per fare ‘sto post, aza, sono due: o fai l’impepata de cozze, oppure fai il post alla “Ultimo Uomo”. E te dell’Ultimo Uomo non c’hai niente. Né la credibilità, né il talento documentaristico, né il team di sponsor alle spalle.

Redattore A: Manco la grafica dell’Ultimo Uomo c’hai.

Redattore C: Manco i follower.

Redattore R: E quindi devi fare per forza l’impepata di cozze. Un post cioè verosimile metaforico da spacciare come storia universale.

Redattore A: Noi, se vuoi l’impepata di cozze, in un weekend te la scriviamo.

È incredibile come Boris riesca sempre a descrivere ogni situazione della vita. L’impepata di cozze vi racconterà, saltando di palo in frasca, cosa è successo nel weekend sportivo. Diciamo che è una evoluzione delle pillole, format tanto amato dai nostri tanti follower e lettori (checché ne dica Redattore C).

E quindi partiamo dall’argomento più nazional popolare, cioè non la figa, quello dopo: la nazionale di calcio. Vi mentirei se vi dicessi che abbia seguito Italia-San Marino, Italia-Rep.Ceca o Notte Azzurra (e tra le tre ammetto che i rimpianti più grossi li ho proprio per quest’ultima). Ci sono state più polemiche per l’outfit “armaniano” degli azzurri che per la convocazioni in sé e questo potrebbe non essere un buon segno.

Armani veste Italia

A proposito dell’outfit, Armani ha tenuto a precisare: “è un omaggio a Bearzot”. Segue citazione di Boris:

Cozze a parte, sull’Europeo che inizia nel prossimo weekend, riportiamo il parere di uno dei nostri redattori che vuole restare anonimo: Tier 1: Francia e Belgio, Tier 1.5: Germania ed Inghilterra; Italia in seconda fascia (come Mariano Giusti per il ruolo di Padre Frediani), un po’ tirata per i capelli.

Riportiamo le sue parole (vanno lette in 2x come le abbiamo ascoltate nell’audio whatsapp): “Italia che ha un ottimo portiere, una difesa solida e profonda (anche se io avrei portato pure Mancini), qualche dubbio sui terzini, pur avendo la possibilità di giocare in maniera un po’ più difensiva a destra (con un terzo centrale adattato) e spingere un po’ di più a sinistra con uno come Emerson Palmieri e non Florenzi che è impresentabile a livello europeo come terzino. Poi il centrocampo che è il punto forte della squadra e spero che il CT voglia trovare un modo per utilizzare il maggior numero di centrocampisti anche a discapito di qualche (mezzo)attaccante.” Siamo tutti commissari tecnici, bisogna starci.

Sabato sera s’è giocata Virtus Bologna – Olimpia Milano, gara1 di finale scudetto. Parliamo di basket eh! Probabilmente le due squadre più gloriose e di copertina della storia del basket italiano. Quanti di voi lo sapevano? Quanti di voi hanno letto o sentito quanto è finita? Tranquilli, no spoiler, non saremo noi a dirvelo!

Certo, per attirare qualche occasionale o anche solo dei vecchi appassionati non è il massimo guardare il tabellone dei playoff e vedere 5 serie su 6 che sono finite 3-0. Speriamo che almeno la finale sia più equilibrata, ci accontenteremo della metà di quanto sono stati tesi ed appassionanti i playoff e le Final 4 di SuperLeague EuroLeague.

Ah, gara 2 si gioca stasera, ore 21. Giocheranno un giorno sì ed uno no, si va al meglio delle 7, l’orario di inizio è sempre lo stesso, 20.45 (a parte venerdì per evitare la concomitanza con la nazionale di calcio, quando giocheranno alle 19), dirette trasmesse sia da RaiSport che da Eurosport (pure sul player), insomma: più facile di così?

Che la Pro Recco abbia vinto la Champions League della pallanuoto (la nona della sua storia) invece sicuramente lo sapevate già, perché Sky Sport alla fine tende a parlare in maniera un po’ ossessiva delle cose che trasmette e questa era una di quelle. Poi c’erano pure due squadre italiane nelle ultime 4: figurati!

Ci, anzi mi inimicherò la lobby dei pallanuotisti (me ne prendo la piena responsabilità personale ed accetto sin da ora ogni vostra obiezione): la pallanuoto non mi attira molto, mi sembra una pallamano con l’acqua (e per la pallamano vi rimandiamo al punto 1 di questo articolo, pubblicato qualche giorno fa, che mi trova totalmente d’accordo).

Che poi è strano, perché uno dei momenti più appassionanti da piccolo tifoso da divano degli anni ’90 è proprio quell’Italia-Spagna di Barcellona ’92.

A proposito di momenti storici: che dire del weekend del tennis italiano? E più in generale dell’anno che stanno vivendo i nostri connazionali con la racchetta in mano. Per chi non ha vissuto gli anni ’70, ci troviamo davanti ad una situazione mai lontanamente immaginata per qualità e quantità.

Il ritiro di Federer, arrivato dopo aver battuto un maleducato Koepfer a notte fonda, ha rovinato la tempesta perfetta. Oggi avremmo avuto i 3 mostri sacri che hanno segnato un ventennio, Federer, Nadal e Djokovic contro il meglio del nostro tennis presente e futuro: Berrettini, Sinner e Musetti. Ci restano le due sfide impossibili tra Musetti e Djokovic e tra Sinner e Nadal, molto probabilmente saranno due sconfitte, ma mai come in questo caso è già bello esserci, step by step.

Noi, già da qualche mese, siamo follemente innamorati del tennis di Musetti, sabato contro Cecchinato sicuramente avrà conquistato anche altri cuori. Talento, stile, varietà di gioco e ricerca del “bello”, Lorenzo ha tutto per far saltare sul divano l’appassionato esteta di tennis che da troppo tempo fa fatica a trovare il pane per i suoi denti, il fatto che sia italiano ancora ci rende increduli. Purtroppo Nole, cuore di pietra, non si farà distrarre dalla bellezza dei colpi altrui, sarà dura andare in doppia cifra di game vinti.

Volée dietro la schiena

Sinner-Nadal inizia ad essere un classico per Jannik, certo per diventare una mini rivalità dovrebbero esserci anche delle vittorie del nostro. Che ciò avvenga a Parigi sarebbe davvero troppo, anche se Federer batté Sampras a Wimbledon…
Ma facciamo i seri: Rafa al Roland Garros ha giocato 105 partite, ne ha vinte 103, in queste 103 solo in 19 occasioni ha perso almeno un set. Mediamente i suoi set nel grand slam francese durano 8.88 game. Viene quasi peccato peggiorare questi numeri.

Come detto Berrettini è già ai quarti. Matteo sembra ormai aver messo decisamente alle spalle l’anno orribile del 2020. Non a caso con l’approdo agli ottavi ottenuto sabato è diventato il primo italiano nella storia del tennis a raggiungere i last-16 in tutti e 4 i tornei dello Slam. E con il forfait di Federer è diventato il primo italiano a raggiungere i quarti in due Slam diversi (RG 2021 si aggiunge allo US Open 2019) dai tempi di…Panatta e Barazzutti, a proposito di anni ’70.

Insomma stiamo tornando ad essere un popolo di tennisti, mentre siamo sempre meno un popolo di motociclisti. Il GP di Catalogna non ha fatto eccezione con un trend che ormai è ben delineato sia per la MotoGP che più in generale anche per le classi minori. Siamo aggrappati alla Ducati, mentre Bagnaia dopo un inizio di stagione sorprendente (dove è mancata solo la vittoria), ora sta iniziando a soffrire un po’ di più. Niente di preoccupante e critico, va detto.

Se poi paragonato agli altri 6 italiani (Morbidelli, Rossi, Bastianini, Marini, Petrucci e Savadori) che raramente vediamo inquadrati dopo i primi 2 giri se non quando vanno per le terre, bisogna solo che ringraziarlo….

Chi si deve veramente preoccupare è la Honda: se l’anno scorso c’erano delle attenuanti, quest’anno non ci si può più nascondere, la moto non va e per farla andare bisogna rischiare così tanto da finire spesso fuori. Marquez non vincerà questo mondiale e questa è già una notizia.

Diciamo che senza il dominatore, il livello si è un po’ appiattito e le gare sono spesso imprevedibili: questa volta ha vinto addirittura una KTM (la stessa che nel GP scorso aveva fatto seconda) e nonostante le titubanze della Honda, sono 4 le case costruttrici diverse spesso nei primi posti.

Tra i vari piloti il più continuo pare Quartararo, che però tra mal di braccio, lunghi da penalità e tute che si aprono, trova ogni tanto il modo di complicarsi i finali di gara. Peraltro la tuta “slacciata” gli è costato altri 3 secondi di penalità che uniti ai 3 per il lungo in curva 1-2 l’hanno fatto retrocedere dal terzo al sesto posto.

Cose mai viste…

Parlando di cose mai viste: per vedere una gara che riparte da 0 e dura 2 giri pensavamo dovessimo sintonizzarci sui campionati americani, anzi lì li avremmo visti ripartire dietro la pace car, qua l’hanno fatti ripartire dalla griglia. A Baku la FIA ha scritto una nuova pagina fantasiosa, controversa ed al tempo stesso divertente della storia della F1.

Il tutto era iniziato quando sembrava tutto finito, con la posteriore sinistra di Verstappen che cedeva mentre l’olandese era involato verso una vittoria dopo un dominio lungo un’ora e mezzo: il calcio di collo sinistro sulla gomma, stile tennista che sbatte la racchetta a terra, è una delle tante diapositive che portiamo via da questo weekend sportivo.

Ci siamo poi sorbiti mezz’ora di “il culo di Hamilton”, ma una volta ripartiti, Lewis ha deciso di mettere tutti d’accordo andando direttamente al Roxy Bar per bere un whiskey con le star.

La tangente, spiegata bene.

Per una spiegazione seria, suggeriamo la lettura del thread di questo tweet:

Alla fine ci godiamo un podio assurdo con Perez vincitore, Vettel secondo e Gasly terzo, in grado di difendersi con il controbreak controsorpasso nel rettilineo dall’attacco di Leclerc.

Per le Ferrari una domenica negativa (ma preventivabile) dopo un sabato molto positivo, con Sainz che aveva già adocchiato il Roxy Bar di cui sopra ad inizio gara (poi conclusa con l’ottavo posto) e Leclerc costretto più a difendersi che ad attaccare, spesso in difficoltà nelle ripartenze e non in grado di sfruttare l’occasione piovuta dal cielo per salire sul podio. Infine chiude la giornata no, per la rossa, un Binotto che sarà andato di Maloox nel vedere Vettel sul podio. Ci sta.

Lo so cosa state pensando: “ma come…l’impepata di cozze senza ciclismo?” No tranquilli, chiaramente questo è un periodo dell’anno un po’ “scarico” e tutto è fatto in ottica Grande Boucle: i gregari affinano la condizione, i big cercano di stare lontani da infortuni e fatiche inutili. In un contesto del genere si corrono Criterio del Delfinato e Giro della Svizzera.

Vincendo il primo, Porte si è aggiunto ad Eddie Merckx quale unico corridore a vincere in carriera Paris-Nice, Volta a Catalunya, Tour de Romandie, Criterium du Dauphine e Tour de Suisse. Il secondo invece è appena iniziato con un prologo dal quale estrapoliamo giusto il ritorno alle corse di Tom Dumoulin! L’olandese giusto 5 mesi fa aveva chiesto una pausa più mentale che fisica dal ciclismo, ora ci riprova per capire se c’è ancora quella voglia di soffrire senza la quale non si sale in bici. A noi di QCP ha fatto piacere rivederlo in sella, ma ci limitiamo a mandargli un abbraccio seppur virtuale: saprà lui scegliere il meglio per se stesso.

Padun se la gode

Il weekend ciclistico comunque c’ha consegnato un Mark Padun come mai avevamo apprezzato in questi ultimi 4 anni, seppur dopo una carriera nelle “giovanili” che lasciava pregustare delle ottime doti da fondista e scalatore. Tra sabato e domenica ha spianato le montagne delle due tappe più dure del Delfinato, le prossime settimane o i prossimi mesi ci diranno se è definitivamente sbocciato o è stato solo frutto di un momento d’oro.

D’altronde il passaggio tra juniores/under 23 e professionismo nel mondo del ciclismo è sempre molto complicato e spesso mai così lineare. Lo scopriranno in fretta anche i giovani talenti impegnati in questi giorni nel “Giro Ciclistico d’Italia” noto anche come Giro Baby o Giro U23. Tra loro abbiamo già messo gli occhi sopra al classe 2002 Juan Ayuso che da metà stagione sarà aggregato all’UAE Team Emirates e che venerdì ha vinto la tappa che ricalcava gli ultimi km del mondiale 2020, con Cima Gallisterna e arrivo ad Imola. Si va sempre più di fretta in questo passaggio ai professionisti, spesso non siamo sicuri sia un bene…

The next big thing?

Mentre concludiamo questa cazzata cozzata, in tv stiamo finendo di vedere gara 7 tra Dallas Mavericks e Los Angeles Clippers. Il weekend in effetti era iniziato all’alba di venerdì mattina con l’uscita rumorosa dei Lakers, campioni in carica uscenti ed ora usciti e si conclude con l’altra squadra di Los Angeles che rimane attaccata alla sua stagione evitando un fracasso che dopo le prime due gare sembrava inevitabile.

Ai Mavs non basta nemmeno quest’anno una serie per lunghi tratti da extraterrestre di Doncic, si fermano ancora al primo turno, ancora contro i Clippers.

Nel frattempo ad Est sono iniziate le due semifinali di conference: chissà cosa avranno pensato i tifosi dell’Olimpia Milano nel vedere Mike James giocare 30 minuti determinanti per la vittoria in gara 1 dei Nets contro i Bucks?! In pratica il sostituto in corsa di Harden infortunatosi nei primi secondi della gara.

L’assenza di Harden, se confermata, alla lunga dovrebbe pesare non poco in questi playoff, anche se poi in questa stagione i big 3 a Brooklyn non l’hanno praticamente mai visti. Gara 1 i neri l’hanno portata a casa perché: 1) Blake Griffin, dopo essere sembrato suo zio (cit.) per mesi (anni?), ha messo lì una partita al tiro e alle scelte da all star, 2) Milwaukee ha sparacchiato un 6 su 30 da tre, con ben 26 dei 30 tiri presi che sono stati classificati open o addirittura wide open, 3) Durant ha giocato da miglior giocatore del mondo. Ecco se quest’ultima evenienza immaginiamo sia ripetibile, non è detto che le prime due le rivedremo spesso nelle prossime gare.

Certo i Nets restano favoriti, ma Giannis e soci dovrebbero portargliela comunque per le lunghe in assenza di Harden. Anche perché, se per i Nets questo alla fine è il primo assalto in questa nuova formazione, per Milwaukee ed il greco inizia ad essere quasi un obbligo arrivare se non alle Finals almeno alle finali di conference: la pressione è sempre più alta per loro.

Nell’altra semifinale ad Est invece si è partiti subito con il botto. Atlanta dapprima sotterra i Sixers sotto ad una montagna di triple e sostanzialmente gestiste fino a 4 minuti dalla fine il +15 costruito nel primo quarto. Poi succede laqualunque e Phila arriva addirittura a -2 grazie ad un hack-a-Simmons in svantaggio, ma non basta.

Di questa gara 1 ad ogni modo ci resterà Triple H che affianco ad Embiid sembra un bambino.

La chiosa finale non poteva che essere una doppia notizia con vista su Tokyo. L’estate olimpica si avvicina e l’atletica scalda decisamente i motori. Sabato Shelly-Ann Fraser-Pryce ha corso i 100m in 10.63 a 14 centesimi dal record del mondo, uno potrebbe pensare pure “embè”? Certo in valore assoluto 14 centesimi non sono pochi, ma contestualizzando meglio si può capire la grandezza del risultato della 35enne giamaicana già campionessa olimpica a Londra: nella storia dei 100 metri femminili sono solo 3 le prestazioni migliori di quel 10.63: 10.49 Florence Griffith-Joyner (trial, 16 luglio 1988), 10.61 Florence Griffith-Joyner (trial, 17 luglio 1988), 10.62 Florence Griffith-Joyner (olimpiadi, 24 settembre 1988).

Molto più facile invece contestualizzare il 29’06″82 della 28enne olandese (nata in Etiopia) Sifan Hassan. Semplicemente nessuno ha corso 10mila metri più veloce di lei, abbassato di una decina di secondi il precedente record mondiale fatto segnare nel 2016 da Almaz Ayana. Se tutto questo non bastasse, piccola curiosità: Hassan al momento è detentrice di due record mondiali, 2 anni fa infatti aveva corso il miglio in 4’12″33. Certo i 1600 metri non sono una distanza corsa molto spesso, però resta comunque abbastanza singolare essere la donna più veloce al mondo su due distanze tutto sommato così distanti l’una dall’altra.

Insomma un weekend davvero denso di avvenimenti, tra servizi di streaming e canali televisivi siamo andati anche un po’ in confusione, ma non siamo stati i soli. Non abbiamo ancora capito cosa sia successo sabato sera, su Eurosport 2, quando, a quanto pare, ad un certo punto qualcuno vedeva il basket e qualcuno il tennis: Tiro da 3 di Berrettini, demi volée di Teodosic. Game, set & gara 1 della Matteo Bologna.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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