Intervista doppia – Che Tour 2015 è stato?

Vittoria di squadra

Vittoria di squadra

Ieri si è chiuso un Tour che ha lasciato molte domande, vediamo di risponderne alcune con i nostri due soliti appassionati Mattia Luchetta e Davide Cavati.

La tanto temuta crono a squadre alla fine non ha fatto molta differenza (per fortuna). Dove si è deciso il Tour?

Mattia: Pierre San Martin. Con una Sky magnifica e un Froome in condizione perfetta. Hanno spaventato gli avversari a tal punto da rendersi quasi inattaccabili. Speriamo che con questo tour cada il mito che i grandi giri si vincono nella terza settimana. Bisogna essere al 100% fin da subito.

Davide: Si è deciso nel primo vero arrivo in salita dove Froome ha dato distacchi straordinari, un po’ come per i Tour di Armstrong, una botta pesante al primo arrivo in salita e gestione nelle tappe successive.

Nella non vittoria finale di Quintana, ha pesato di più la mazzata data da Froome sulla prima tappa pirenaica o avere Valverde in lotta per il podio?

Mattia: Ha pesato la codardia del suo DS Unzue, che, forse anche per riconoscenza verso quanto Valverde gli ha dato in tutti questi anni, ha corso come se la maglia gialla ce l’avesse lui.

Davide: L’attendismo della Movistar ha fatto indubbiamente la differenza, ma la mia sensazione è che lo scatto secco di Nairo fosse meno esplosivo, ha fatto poco la differenza se non nell’ultimissima tappa dove però Froome ha scelto di non inseguire

Le ultime due tappe hanno parzialmente ripagato la noia per una lotta tra big che è stata quasi del tutto assente nel resto del Tour. Le troppe salite hanno avuto un effetto di paura sui corridori o come altro ve lo spiegate?

Mattia: Le troppe salite non c’entrano. Quando al via ci sono 4 uomini di classifica così forti gli altri tendono ad accontentarsi di un posto tra i 10 e quindi a correre in difesa. Aggiungici la condizione imperfetta di Nibali e Contador. Rimane solo la Movistar per far saltare il banco, e come detto in precedenza anche loro avevano altri obiettivi.

Davide: Come avevo detto nella preview, le troppe salite finiscono per annullarsi a vicenda. Non si può pretendere che un corridore rischi di saltare per fare al massimo una salita a metà tappa. Infatti nelle ultime tappe, quando molti avevano ben poco da perdere, ci sono state tante emozioni.

Mathias Frank (Premio Ninja 2015? Che Davide aveva pronostico da top5, chapeau!) davanti a gente come Bardet o Rolland molto più appariscenti. Qual è il piazzamento finale che più vi sorprende (nel bene e nel male)?

Mattia: Bobby Gesink. Dopo anni di sfighe e problemi fisici, è stato bello rivederlo ad alto livello. Frank ha anche beneficiato di una fuga bidone in cui ha guadagnato quasi 10 minuti sui diretti rivali per la top 10. Ninja vero secondo me è Samu Sanchez, dodicesimo senza mai essere inquadrato praticamente. Chi mi ha sorpreso in negativo è stato Kelderman, che ha pagato cadute e inesperienza al Tour. Ma dopo un giro da protagonista l’anno scorso me lo aspettavo molto forte anche qui.

Davide: Onestamente il podio di Valverde mi ha davvero sorpreso. Ho sempre avuto (sbagliando) una pessima opinione del corridore Valverde nelle corse a tappe, devo ricredermi. Arrivare a solo 5 minuti da Froome dopo un Tour del genere che ha dato distacchi eccezionali non è da tutti. Quindi bravo e coraggioso lo spagnolo che nell’ultima tappa ha provato ad attaccare a 50 km dall’arrivo.

Uno (ritirato) non c'era al Tour, l'altro sì...credo..

L’ultima immagine di Sanchez reperibile

Kreuziger, 17esimo in generale, ha preso un’ora e poco più, contando che per la gran parte delle tappe di montagna i big sono andati di conserva e sono arrivati tutti assieme, non è un’assurdità? Come ve lo spiegate?

Mattia: Meglio così. Vuol dire che dopo la top10 i corridori smettono di preoccuparsi per la classifica e piuttosto vanno in fuga un giorno per poi prendere mezz’ora il giorno dopo.

Davide: Se noti i distacchi sono stati costruiti dalla prima tappa pirenaica dove Froome ha fatto qualcosa che non si vede tutti i giorni, una prestazione al limite della credibilità. Kreuziger poi è stato un gregario, quindi prendere un’ora in 20 tappe non è un distacco così clamoroso.

Il Tour dei francesi: 3 tappe (Vuillermoz, Bardet e Pinot) oltre a quella buttata e regalata a Cummings, ma una generale molto deludente. Bocciati? Rimandati?

Mattia: Pinot bocciato per la fragilità psicologica. Se non risolve questo problema non vincerà mai un GT. Bardet continua a ricordarmi il giovane Nibali. Non so se ha il motore per vincere un GT ma ci farà divertire per tanti anni. Barguil rimandato perché dopo una prima settimana da protagonista è andato in calando anche a causa di una caduta.

Davide: Assolutamente bocciati, sono partiti con ambizioni importanti da classifica, ma hanno sbattuto il muro con l’amara realtà, sono molto distanti dal poter essere lontanamente protagonisti in un Tour con così tanti big alla partenza. Personalmente i successi di tappa non salvano Pinot e Bardet.

Il Tour degli italiani: Trentin come avevate pronosticato entrambi alla fine un paio di volte c’ha provato. Cimolai mai vicino a vincere. Nibali in chiaro scuro, è questa la fotografia di un movimento ancora moribondo?

Mattia: Nibali ha fatto sembrare il movimento migliore di quello che è per tanti anni, ma basta una stagione sbagliata e ti accorgi di quanto siamo scarsi a tutti i livelli. Per la classifica, per le fughe, per le volate, siamo proprio indietro. Spero che Cassani lavori sulla completezza dei corridori per il futuro. È quello che ci manca.

Davide: Il movimento non è movimento in questo momento. Italiani invisibili (Nibali a parte) e rispetto ai francesi si sono pure ben guardati dal tentare fughe. Siamo il terzo mondo del ciclismo attualmente, un Tour miserabile per i colori azzurri.

Nel tour degli altri al di fuori dei 4, avevate entrambi pronosticato Pinot come meglio classificato, nessuno aveva pensato a Valverde, podio meritato?

Mattia: Nello sport il merito non esiste. È un concetto che applichiamo noi per farci sembrare le cose più o meno accettabili. Chi arriva terzo è il terzo corridore più forte, il che è tra l’altro confermato dell’Alpe d’Huez.

Davide: Come ho risposto prima, podio meritatissimo per lo spagnolo della Movistar che è stato molto regolare senza la sua consueta cotta. Pinot davvero fuori condizione nelle prime due settimane, conferma la mia impressione di non poter mai lottare per un GT.

Greipel miglior velocista del mondo (in attesa che Kittel torni, a breve, alle corse), ve l’aspettavate? Ma Demare non era forte?

Mattia: Non me l’aspettavo, malgrado la primavera convincente specie sulle pietre. Demare sta provando senza successo una transizione da velocista a uomo da classiche. Ma attenzione, è un ’91. Kristoff alla sua età vinceva molto raramente.

Davide: Si, Greipel negli arrivi larghi e non impegnativi è quasi imbattibile. Non è un McEwen che riesce a sbucare all’improvviso, ma più un Cipollini che ha bisogno del treno per sprigionare la sua incredibile potenza. Demare non l’ho visto, quindi immagino di no.

Vittoria su Campi Elisi

Vittoria su Campi Elisi

Meglio vincere la maglia verde o essere plurivittorioso di tappe? Consolatemi in qualche modo il piccolo Peter.

Mattia: Meglio essere Sagan a prescindere da quello che riesci a fare.

Davide: Ho sempre considerato le maglie un premio molto secondario, molto meglio una vittoria di tappa. Quindi Sagan rimandato, ha fatto un Tour alla Zabel, non è mai IL più forte.

Da Pietro (nel senso di Sagan) a Paolo (nel senso di Paolini): anche lui andrebbe consolato? È stato l’unico caso di ciclista squalificato durante la corsa, qualcosa sta cambiando?

Mattia: Difficile dirlo. La verità è che sul doping non sappiamo nulla, se non quando le cose vengono fuori a posteriori.

Davide: A caldo ero molto arrabbiato perchè Paolini è sempre stato considerato uno dei “saggi” del gruppo. E poi arriva questa squalifica per cocaina, una leggerezza non da lui. Certamente non un qualcosa che ti consente di andare più forte, ma un vizio che fuori dal ciclismo è ben più grave da superare.

Froome anche è stato al centro di attenzioni a mio parere vergognose. Secondo voi perché questo accanimento da parte di stampa (e di bestie lungo le strade)?

Mattia: Perché è brutto e viene da un paese (anzi due) con poca tradizione ciclistica. E per tutte le balle che s’inventa la Sky per far sembrare la propria superiorità una roba scientificamente dimostrabile.

Davide: Froome non è simpatico nemmeno a sua madre, diciamolo. Non sorride mai, è venuto fuori dal nulla dopo anni dove faceva gruppetto con i velocisti nelle tappe di salita, è sgraziato in bici, non è elegante, non ha carisma. Pero’ effettivamente gli episodi successi alla maglia gialla durante il percorso sono vergognosi, non hanno giustificazione.

Froome che peraltro ha vinto sia maglia gialla che a pois, l’ultimo a riuscirci fu Merckx nel 1970. La verde a Sagan, la bianca a Quintana che finalmente abbandona la categoria degli under 25. Chi ne sarà degno erede tra quelli visti sinora?

Mattia: Adam Yates o Barguil.

Davide: Spero sia qualche italiano (Formolo?) ma sono abbastanza certo che la prossima maglia bianca non finirà nei primi 5 posti del Tour 2016.

Il momento più drammatico del Tour e quello più divertente?

Mattia: Drammatico quando sono andato in sciolta durante l’unica tappa interessante del Tour, quella vinta da Nibali.
Divertente quando Vanmarcke ha dichiarato di essere molto soddisfatto dopo essere arrivato a tipo dieci minuti dal primo in una tappa in cui era stato in fuga.

DavidePer me il momento più drammatico è stato sicuramente la caduta nella terza tappa con la caduta di Cancellara. 

Momenti divertenti non ne ricordo, ma quanto mi sarebbe piaciuto vedere Froome salire sul pullman di Nibali per urlargli tutta la sua rabbia per lo scatto nello squalo nella diciannovesima tappa!

Prima di queste tre settimane avevate avuto modo di lamentarvi del tracciato. Dopo averlo visto confermate il vostro giudizio?

Mattia: La prima settimana è stata molto bella. Ma al terzo arrivo su un muro mi sono ricordato perché l’avevo denigrato tanto. Ottime le tappe alpine.

Davide: Confermo al 100%, non è il percorso a rendere dura una gara a tappe. Questo percorso non è stato da Tour de France, mi spiace

Bora, Bretagne, Arredondo e Pozzato. Chi è riuscito ad esprimere meglio il concetto di “non mi interessa”?

Mattia: Pippo su Twitter ha dominato però.

Davide: Non sono riuscito a vedere Pozzato nemmeno nello speciale della Lampre prima della cronosquadre. Semplice, era colui che riprendeva i compagni….

Dal twitter di Pozzato

Dal twitter di Pozzato

Sabato pomeriggio sul nostro sito è arrivato uno che su google ha cercato “e possibile come e finita la tappa del tuor splicemente senza rotture di c….”, a voi l’onore di rispondergli per chiudere questa intervista.

Mattia: No.

Davide: Ha vinto un africano bianco che tutti pensano sia dopato. Secondo un abbronzato sudamericano, terzo uno spagnolo che per la prima volta non ha giocato a nascondino. Sembra l’inizio di una barzelletta, invece è la fine di un percorso da barzelletta.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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