Champions League 2015/2016 – I Gironi

The champiooooonssss

The champiooooonssss

In ogni stagione calcistica nel periodo di metà settembre risuona una musichetta, che abbiamo imparato a conoscere quasi fosse la ninna nanna che ci accompagnava da piccoli verso il sonno beato.

E’ la musica inconfondibile che accompagna l’inizio della Champions League, che anche quest’anno ha avuto il suo prologo nell’evento di Ginevra, per il sorteggio del primo turno che ha determinato la compilazione degli otto gironi che dal 15 settembre daranno vita alla 61° edizione della mitica Coppa dei Campioni (24° da quando è chiamata Champions League), che avrà il suo epilogo in Italia, nella sempre splendida cornice dello stadio San Siro di Milano.

Sono otto gironi caratterizzati dall’incontro tra vecchie conoscenze, giocatori o allenatori che ritroveranno squadre che in qualche modo hanno fatto parte della loro vita reale o calcistica.

Ibrahimovic tornerà per la prima volta nella città dove è nato e dove ha mosso i primi passi verso la gloria, Jose’ Mourinho affronterà di nuovo la squadra che lo ha consacrato al grande calcio, con cui ha vinto una pazzesca edizione della Champions, e che ora lo vorrebbe battere a tutti i costi, Luis Enrique avrà modo di mostrare i trofei del triplete ai vecchi tifosi che l’hanno scaricato troppo velocemente, Di Maria vorrà dimostrare al suo ex presidente che la cessione di due anni fa è stata un errore, mentre Llorente e Depay rivedranno subito i vecchi amici, lasciati questa estate dopo il loro trasferimento a Siviglia e Manchester.

Il Girone A ha Real Madrid e Paris Saint Germain come dominatori e praticamente sicuri di spartirsi i primi due posti che qualificano alla seconda fase. Probabilmente saranno proprio le sfide incrociate a definire chi sarà avanti all’altro e avrà un sorteggio degli ottavi più abbordabile.

I Blancos hanno sorprendente salutato il tecnico della Decima, Carlo Ancelotti, e ancora più sorprendentemente richiamato Rafa Benitez a Madrid, dove il tecnico ex Napoli è nato e ha iniziato ad allenare nelle giovanili del Real.

Il vulcanico presidente Perez ci ha messo sempre molto poco a dimenticarsi di chi ha portato trofei e gloria e la scelta del cambio della guida tecnica è perfettamente in linea con il suo modo di gestire la presidenza del Real.

I dubbi su Benitez sono tanti, soprattutto fra i tifosi, ma anche fra i vecchi senatori della squadra, e il mercato estivo è stato tutto fuorchè galattico, con la ciliegina del pastrocchio del mancato arrivo di De Gea dal Manchester United. Bale ha sempre meno estimatori a Madrid, Cristiano Ronaldo non ha ancora segnato un goal ufficiale e lo schieramento dogmatico del nuovo allenatore sembra poter creare più malumore che serenità.

Uno strano matrimonio

Uno strano matrimonio

Delle turbe del Real si può giovare il PSG, che lo scorso anno ha finalmente preso lo scalpo di una grande d’Europa, eliminando il Chelsea agli ottavi, per poi venire travolta dall’ondata del Barcellona futuro campione.

La squadra è praticamente la stessa della scorsa staagione, con l’aggiunta della chicca di Di Maria, arrivato a suon di milioni da Manchester, dove il suo rapporto con Van Gaal è stato ai limiti della guerra fredda. Il talento argentino potrebbe essere quell’aggiunta di leadership che ai parigini è sempre mancata nelle partite importanti, anche se la squadra sembra sempre più vecchia, soprattutto nei suoi uomini più importanti e il rapporto con Blanc è ai minimi storici.

Le altre dovrebbero fare da sparring partner, anche se lo Shakhtar di Lucescu ha dimostrato in questi anni di essere un avversario alquanto ostico, ma in estate ha deciso di monetizzare il grande talento a disposizione, cedendo Douglas Costa, Luiz Adriano e Fernando, e la squadra sembra decisamente più debole, anche se il marchio del trio di trequartisti brasiliani è sempre presente, con la stella di Alex Texeira a brillare più delle altre (già 8 goal stagionali).

Mircea Lucescu è il vero fuoriclasse del Donetsk e sarà lui che potrà mettere i bastoni tra le ruote delle potenze Real e PSG.

Il Malmo è già contento di esserci, e di festeggiare nella sfida casalinga il ritorno del figliol prodigo Ibrahimovic, nato e cresciuto nella città svedese, prima di spiccare il volo verso i grandi palcoscenici europei. Unica curiosità è la presenza al centro dell’attacco del vecchio idolo di casa Rosenberg, che qualche anno fa ha fatto piangere i tifosi doriani, segnando al 90° il goal che ha mandato il Werder ai supplementari, quando a Genova ci si preparava a festeggiare la qualificazione ai gironi di Champions.

Il Girone B è quello del Manchester United di Van Gaal, che in estate ha speso tantissimo (140 milioni) con gli arrivi di Depay, Schweinsteiger, Schneiderlin, Darmian e per ultimo il più costoso, Martial, ma che ancora sembra non aver assimilato il credo del proprio guru olandese. Il talento è enorme, ma forse sbilanciato troppo verso la metà offensiva, mentre dietro la mancata cessione di De Gea potrebbe essere un colpo di fortuna non indifferente.

Se Depay e Rooney dimostrano di essere quelli del preliminare col Bruges, il primo posto è assicurato, ma in campionato i Red Devils hanno segnato solo 3 goal in 4 gare e in caso di flessione come contro lo Swansea, è pronto il Wolfsburg, hotel di lusso dell’ultimo mercato, con le partenze dorate di De Bruyne e Perisic e l’arrivo dell’ex sogno della Juve Draxler, dell’ex Gladbach Kruse e di Dante.

Darmian, nonostante la foto, tutt'altro che un turista

Darmian, nonostante la foto, tutt’altro che un turista

In casa i tedeschi sono una macchina da goal e vittorie, ma fuoricasa possono subire gli attacchi avversari, e in questo girone ci sono trasferte insidiose, come quella dei campioni d’Olanda del PSV di Cocu, orfani proprio di quel Memphis Depay appena passato al Manchester United, ma capaci di mantenere la propria identità offensiva, con il talento di Maher, scintillante ad inizio stagione scorsa per poi spegnersi nel 2015, la leadership di Guardado in mediana e Luke De Jong davanti e la velocità palla al piede delle due ali, Lestienne (opaco nella sua esperienza al Genoa) e Narsingh.

E poi c’è sempre il viaggio temibile in Russia, dove il CSKA miracolato da due turni di qualificazione passati all’ultimo respiro, si affida alla coppia africana Musa-Doumbia e alla voglia di rinascita della giovane promessa del calcio sovietico Dzagoev, un po’ smarrita negli ultimi due anni. Occhio a Mario Fernandes, classico terzino brasiliano di spinta, nel mirino di parecchie squadre europee.

Il Girone C è il gruppo dell’Atletico Madrid di Diego Simeone, che ancora una volta ha saputo fare un mercato coi fiocchi, salutando due pedine chiave come Arda Turan e Miranda, avendo già pronti due come Oliver Torres e Gimenez da lanciare al loro posto, e aggiungendo alla lista due punte di livello assoluto come Jackson Martinez e Vietto, da affiancare a turno a Griezmann, l’estro di Ferreira Carrasco e la solidità del ritorno di Filipe Luis dal Chelsea. Se il Cholo riesce ad organizzare anche questo organico, con una panchina lunga dove ci sono anche Angel Correa e l’ex viola Savic, occhio ai Colchoneros perché potrebbero ripetere il cammino di due stagioni fa.

Per il secondo posto la lotta sarà tra i campioni di Portogallo del Benfica e quelli della Turchia del Galatasaray, con leggera predominanza per quest’ultima, che pur perdendo Felipe Melo e Telles nelle ultime ore di mercato, finiti entrambi all’Inter, sono probabilmente la squadra più esperta di questa Champions League, potendo schierare vecchie conoscenze come Snejider, Podolski, Ylmaz, Mulut, Altintop e Muslera.

I leoni del Galatasaray

I leoni del Galatasaray

I lusitani invece, dopo l’addio burrascoso del santone Jorge Jesus, passato ai rivali storici dello Sporting, puntano molto sull’esperienza e solidità difensiva, guidata dai grandi vecchi Luisao, Julio Cesar e Eliseu, a cui si aggiunge l’interessante Nelson Semedo, giovane arrivato dal settore giovanile e in goal alla prima partita tra i grandi.

Davanti, Rui Costa ha costruito una coppia funzionale, con il fisico di Mitroglu (ex Galatasaray) affiancato alla qualità tecnica di Jonas, letteralmente esploso in Portogallo, con 34 goal in 39 partite, che quest’anno può essere usato in Champions dopo l’acquisizione del passaporto italiano.

La cenerentola del girone è l’Astana, squadra kazaka all’esordio assoluto e conosciuta più per la squadra di ciclismo che per il calcio. Vedremo se sarà spettatrice non pagante o se farà qualche scherzo inaspettato.

Il Girone D è quello della Juventus, ed è purtroppo per i campioni d’Italia quello più equilibrato, con il ricchissimo Manchester City degli emiri, che vuole finalmente essere protagonista nella massima competizione europea dopo campagne alquanto deludenti.

Duecento milioni di euro di acquisti sono una cifra che in pochissimi possono permettersi e dal centrocampo in avanti Pellegrini può schierare Tourè, Fernandinho, Silva, De Bruyne, Sterling e Aguero, con Nasri, Navas, Delph e Bony come alternative. Un accumulo di talento cristallino offensivo in grado di poter puntare alla notte di San Siro, e se qualche dubbio poteva esserci nella metà campo difensiva, i petroldollari l’hanno fugato con l’arrivo di Otamendi che formerà con Kompany una coppia di centrali difficilmente superabile.

La Juve di Allegri, finalista della passata edizione, ampiamente rinnovata in estate dopo le partenze di tre campioni come Tevez, Pirlo e Vidal, cercherà di trovare l’equilibrio tecnico-tattico che ha garantito la splendida cavalcata finita con la sconfitta contro il Barca a Berlino.

Difficile riuscirci in poco tempo dopo aver perso i tre leader tecnici della squadra ed infatti in campionato l’avvio è stato alquanto stentato, soprattutto per qualche infortunio eccellente che ha privato i bianconeri di pedine importanti, come Marchisio e Khedira. A fine mercato sono arrivati due ottimi innesti come Alex Sandro e Hernanes che possono essere subito protagonisti nell’esordio a Manchester, ma molto probabilmente quest’anno la Juve andrà dove la porterà la difesa, con Buffon alla ricerca dell’ultimo trofeo che manca alla sua bacheca, con Bonucci che negli ultimi 15 mesi si è consacrato come un difensore di livello massimo e con Chiellini e Barzagli che possono garantire solidità massima al reparto. In chiave europea da seguire l’esordio di un giovane talento come Dybala e la possibile conferma definitiva di Morata.

A battagliare con la Juve ci sarà il Siviglia bicampione dell’Europa League, pronto a fare sul serio anche tra i grandi d’Europa, con una squadra che ha acquisito in attacco due ex del nostro campionato come Llorente, proprio dai campioni d’Italia, e uno che in bianconero ha fatto tutte le giovanili come Immobile. Unai Emery ha perso due campioni come Bacca e Alex Vidal, e sta puntando forte sulla trequarti formata da Banega, Reyes e Vitolo, a cui è stato aggiunto una delle sorprese della scorsa Europa League, quel Konoplyanka finalista col Dnipro proprio contro gli andalusi.

Il Siviglia è abituato ad esultare

Il Siviglia è abituato ad esultare

L’ultima squadra del gruppo è il Borussia Monchengladbach, che però non sembra la stessa che ha dato del filo da torcere a tutti in Germania, compreso il grande Bayern sconfitto all’Allianz Arena, ma in partita singola può impensierire sicuramente sia Juventus che Siviglia nell’eventuale lotta la secondo posto.

Nel Girone E è stata inserita l’altra compagine italiana, la Roma di Garcia e Totti, che se la dovrà vedere nella prima partita contro i campioni del Barcellona, guidati in panchina da quel Luis Enrique che a Roma ha allenato, in un’annata complicata, con un ambiente che ha faticato a capire le sue idee e giocatori che non l’ha seguito fino in fondo. I giallorossi hanno costruito una squadra che può far sognare, con la ciliegina di Dzeko, che può essere fondamentale anche nel cammino europeo.

La sfida contro i blaugrana di Messi sembra impari, ma il resto del gruppo è alla portata e sarà compito di Garcia dare un’impronta da Champions League, dopo che nel primo tentativo si è dovuto accontentare del passaggio in Europa League.

Il Barcellona è chiaramente uno dei favoriti principali per la conquista della Coppa, alla ricerca del bis consecutivo mai realizzato con la nuova formula e vuole assolutamente passare agevolmente questo girone per poi avere a gennaio delle forze fresche estremamente importanti come Arda Turan e Alex Vidal, e puntare dritta su Milano. Il trio delle meraviglie è sempre pronto a mandare all’aria tutte le difese, anche se Neymar è tornato da poco a disposizione dopo l’infortunio della Coppa America, ma è dietro che Luis Enrique dovrà trovare la disposizione sicura e costante per non ripetere gli errori della finale di Supercoppa Europea, vinta all’ultimo respiro, e di quella di Spagna persa contro il Bilbao.

A contendere la Roma il secondo posto ci sarà quasi sicuramente il Bayer Leverkusen, che ha eliminato proprio i cugini della Lazio nel preliminare e vorrà continuare la sua campagna anti città di Roma.

Mauricio (e la Lazio) fuori, Çalhanoğlu (e il Bayer) dentro

Mauricio (e la Lazio) fuori, Çalhanoğlu (e il Bayer) dentro

I tedeschi di Schmidt sono figli del calcio moderno tutto pressing, verticalizzazioni e gioco velocissimo portato a grandi livelli di Jurgen Klopp e hanno dimostrato di poter segnare contro chiunque in Europa, arrivando nella scorsa edizione a un rigore dalla qualificazione ai quarti di finale. Il tallone d’achille è nella retroguardia, lenta e spesso troppo aggressiva, che concede spesso spazi su cui la velocità di esterni come Salah, Gervinho e Iturbe può banchettare. Occhio al cecchino Calhanoglu, una sentenza nei calci da fermo e  nei tiri da lontano, accostato quest’estate alla Juventus dopo la partenza di Vidal.

Il quarto incomodo è il Bate Borisov, che nella scorsa edizione ha chiuso il girone con 24 goal subiti in 6 partite e avrà come obiettivo restare sotto i 20.

Nel girone F ci sono gli altri favoriti per la vittoria della Champions League, il Bayern Monaco che vuole assolutamente dimenticare le due tragiche semifinali dell’era Guardiola, in cui le due grandi di Spagna lo hanno dominato in lungo e in largo per poi andare ad alzare la Coppa.

La squadra sembra rivitalizzata dall’arrivo di Douglas Costa dallo Shakhtar, autentico crack di questo scorcio di stagione, sempre decisivo con il suo gioco vecchio stile da ala pura, nel quale uno come Tomas Muller va a nozze. Vidal deve ancora ambientarsi nei complessi schemi del suo nuovo allenatore, ma è stato subito lanciato fra i titolari dando la possibilità a Lahm di tornare (almeno per il momento) nel suo ruolo naturale.

La seconda forza del girone è sicuramente l’Arsenal di Wenger, eterna incompiuta che se la può giocare con tutte le grandi, ma che difficilmente potrà arrivare fino in fondo.

Il solito Wenger, il solito Arsenal

Il solito Wenger, il solito Arsenal

Il santone alsaziano non ha cambiato quasi niente in estate, se non per l’arrivo di Peter Cech, che al momento non sembra dare i risultati sperati, mentre l’ossatura della squadra è rimasta tale e quale, con un reparto offensivo molto duttile e mobile in cui Sanchez, Ozil, Ramsey, Chamberlain e Walcott si alternano sia tra i titolari che sul terreno di gioco, non dando nessun punto di riferimento per sfruttare la velocità di palleggio.

Per il terzo posto che qualifica all’Europa League se la giocheranno Olympiakos e Dinamo Zagabria, con i greci favoriti anche solo per la consuetudine a giocare a certi livelli, come visto lo scorso anno con le vittorie casalinghe su Atletico Madrid e Juventus. Non c’è più Michel sulla panchina, andato a sostituire Bielsa a Marsiglia, e non c’è più Mitroglu al centro dell’attacco, in più Kasami non è ancora sceso in campo dopo le tante voci di una possibile partenza questa estate, ma la rosa resta di livello almeno per questo girone.

La Dinamo ha dei giovani interessanti davanti, come Enriquez di proprietà del Manchester United e Hodzic che si alternano al centro dell’attacco e Marko Rog, ma il dominio nel proprio campionato spesso non è coinciso con una decente campagna europea e anche quest’anno si prevede un cammino avaro di gloria.

Il Girone G è quello del Chelsea e come ogni anno nel quale Jose Mourinho siede sulla panchina dei Blues, è un gruppo decisamente abbordabile, dove i campioni d’Inghilterra avranno vita facile per il primo posto e potranno addirittura evitare di spremersi troppo in vista della seconda fase.

Schalke, Sporting Lisbona, Maribor – Basilea, Schalke, Steaua – Maccabi, Porto, Dinamo Kyev, sono i tre raggruppamenti pescati da quando il tecnico portoghese è tornato sulla panchina del Chelsea.

La squadra quest’anno sembra faticare a trovare la forma migliore e in campionato la partenza è stata molto complicata, con addirittura una sconfitta in casa, evento storico per la gestione Mourinho. Al momento faticano gli uomini decisivi della scorsa stagione, come Hazard, Fabregas, Matic e Ivanovic, e la difesa non sembra il muro granitico classico delle squadre dello Special One. Il girone però è alquanto semplice e solo una catastrofe sportivo dovrebbe evitare il primo posto alla squadra del patron Abrahmovic.

Dietro la lotta per la qualificazione agli ottavi dovrebbe vedere il Porto come favorito principale, che vedrà il ritorno al Dragao di quel Mourinho che li ha portati ad alzare la Coppa Campioni qualche anno fa, ma ora odiato dai tifosi che non vedono l’ora di festeggiare una vittoria nella sfida diretta.

C'eravamo tanto amati, più o meno

C’eravamo tanto amati, più o meno

Il supermercato estivo ha visto partire a fior di milioni Jackson Martinez, Danilo, Alex Sandro e Quaresma e arrivare Imbula dal Marsiglia, oggetto del desiderio di molti top team e il grande vecchio Iker Casillas, non più icona del Real Madrid dopo le tante critiche degli ultimi anni. Al posto di Martinez è stato lanciato il giovane africano Aboubakar, mentre la trequarti dietro è rimasta intatta con il scintillante Brahimi a vestire i panni dell’uomo chiave dei Dragoes.

La Dinamo Kiev di Rebrov ritorna in Champions e proverà a giocarsela per la seconda fase, guidata da una coppia di giovani sicuramente nel mirino di tante squadre, come il centrale austriaco Dragovic e Andry Yarmolenko, già 6 goal nelle prime 8 partite staagionali.

Il Maccabi è giunto a sorpresa ai gironi, eliminando nel preliminare il Basilea, che lo scorso anno era arrivato fino agli ottavi, con un doppio pareggio deciso da 3 goal del capitano Zahavi, visto opacamente a Palermo tre stagioni orsono, ed ha come unico obiettivo quello di non sfigurare tra i grandi d’Europa.

L’ultimo girone è quello che da molti è considerato il gruppo “falso”, creato dal meccanismo nuovo delle fasce dei sorteggi, in cui sono state inserite tutte squadre che poco hanno a che fare con l’elite europea.

La testa di serie del Girone H sarebbe lo Zenit di Villas Boas, ma è molto complicato immaginare al momento chi saranno le qualificate tra loro, il Valencia di Nuno Espirito Santo e il Lione di Fournier. Sicuramente si affronteranno tre tecnici rampanti, che possono ambire (Villas Boas lo ha già fatto con scarsi risultati) a palcoscenici più importanti e questa Champions potrebbe essere il loro trampolino di lancio.

Per compattezza di squadra e talento a disposizione, soprattutto nella metà offensiva, la squadra migliore sembra il Valencia, che ha venduto a caro prezzo Otamendi al City, ma lo ha subito rimpiazzato con l’eccellente Abdennour del Monaco, investendo il restante ricavato per saccheggiare il Benfica con gli acquisti di Rodrigo (preso a titolo definitivo dopo il prestito dello scorso anno), Andre Gomes e Cancelo, e per riportare definitivamente in Spagna Alvaro Negredo, già decisivo nel preliminare contro il Monaco, che al momento si sta alternando con Paco Alcacer, stella della scorsa stagione, ma ancora indietro di condizione in questo inizio e ancora a secco. Da tenere d’occhio i giovanissimi (95) attaccanti Santi Mina e Bakkali, che deve riscattarsi dopo la deludente esperienza al PSV.

Lo Zenit si appoggerà ancora sull’estro di Hulk e ha saputo silenziare le sirene estere per Witsel, ma sembra ormai piena di giocatori in calo e non ha avuto un ricambio generazionale adeguato, anche per la mancanza di quei fondi che avevano permesso in passato di portare tanti ottimi giocatori a San Pietroburgo. Interessante potrebbe essere la novità Derlis Gonzalez, che a Basilea lo scorso anno ha mostro ottimi colpi partendo dalla fascia mancina, anche in zona goal.

"Io sono ancora qua...eeeeh già"

“Io sono ancora qua…eeeeh già”

Il Lione ha sorpreso tutti in Francia, battagliando fino alla fine con il PSG per il titolo, nonostante una squadra piena di giovani, ma da poco ha dovuto assorbire la gravissima notizia dell’infortunio al ginocchio di Fekir, che sembrava lanciato verso una stagione super e dovrà puntare sulla coppia Lacazette-Beauvue (nuovo arrivo dal Guingamp dove ha sbalordito con 17 goal) per sopperire a questa assenza, con l’aiuto del ritorno in patria di Valbuena dall’esperienza russa.

Il Gent è all’esordio in Champions League, dopo il clamoroso primo titolo belga della scorsa stagione e vorrà cercare di lanciare i propri talenti al grande palcoscenico, a partire da Benito Raman, 20enne ala belga che ha trascinato la squadra al titolo con goal e assist, ma che ha ancora bisogno di dimostrare continuità nel suo gioco fatto di dribbling, tagli e giocate in velocità.

Tutti pronti al via del 15 settembre, per seguire ancora una volta la grande manifestazione che porterà spettacolo, temi tattici, grandi giocatori, giovani stelle e due squadre che a San Siro si contenderanno la grande Coppa.

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