Fiandre 2016 – Monumenti

Monumentale.

Monumentale.

Ci aspettavamo una gara emozionante ed è andata al di là delle nostre aspettative. Ci aspettavamo il duello Cancellara-Sagan, ma seppur non sia stata una sfida diretta alla fine sul rettilineo ormai famigerato che porta ad Oudenaarde i due sono arrivati entrambi a braccia alzate con Vanmarcke dietro a completare un quadro che sa quasi di arrivo olimpico (cit.).

È la prima monumento di uno dei corridori più forti e completi degli ultimi 15 anni di ciclismo. La stagione di Sagan sino ad ieri era già stata qualcosa di impressionante: 2° alla Omloop, 7° alla Kuurne, 4° alla Strade Bianche, nella top 10 di tutte le tappe della Tirreno (San Vicino free), secondo nella generale per un secondo (ed ovviamente primo nella classifica a punti), 12° alla Sanremo in cui già non cadere in quell’arrivo fu come vincere, 2° ad Harelbeke ed infine primo domenica scorsa a Wevelgem.

Ed oggi è arrivata anche la monumento. In cui è stato perfetto in ogni aspetto della corsa: perfetto quando nei primi 150 km ha evitato cadute, fattore determinante che ha tolto di mezzo gente del calibro di Démare e soprattutto Benoot e Van Avermaet, che rischiano anche di saltare il resto delle classiche del nord (per il corridore della BMC più che rischio è una certezza a leggere il bollettino medico).

Le lacrime di Greg hanno fatto veramente male, questa corsa disegnata sulle sue caratteristiche prima o poi lo vedrà vincente, ma ormai non sono pochi gli anni che continuiamo a ripetercelo. Peraltro per la prima volta nella storia centenaria di questa corsa abbiamo uno span di quattro anni senza una vittoria belga, le cadute dei due corridori citati hanno aiutato quest’anno anche in questa striscia (Il record precedente di 3 non vittorie belghe era tutto targato Magni 1949-1951).

Ma torniamo alla perfezione della corsa di Sagan: dopo aver schivato le cadute è riuscito a rimanere coperto anche contando sul lavoro di un compagno (tra Cannondale e Tinkoff storicamente un evento per il campione ceco): Gatto gli ha dato una mano poco prima che la corsa esplodesse e più in generale questo è stato il compito dei nostri connazionali sparsi in squadre che (anche giustamente) puntano su altri corridori per giocarsi le vittorie. Menzione d’onore la merita comunque Moscon, al lavoro ai -100 km al traguardo, ma che siamo sicuri scalerà in fretta le gerarchie.

Poi ai -30 circa c’ha provato Kwiatkowski, probabilmente Sagan ha ripensato a quanto successo 10 giorni fa ad Harelbeke, s’è ricordato la gamba che ha il polacco in questo momento e gli è andato semplicemente dietro. Poteva essere presto, ma quest’anno le corse sembrano andare così, all’opposto di quanto accadeva un anno fa: molto meno ingessate, molto più aperte.

A posteriori quella reazione tempestiva è stata il punto di svolta tattico della gara, su di loro è ritornato Vanmarcke, con un numero di classe, ma fa strano che nessuno degli altri si sia accodato. La Etixx aveva Vandenbergh nel gruppo davanti è vero, ma non credo fosse uno su cui puntare per la vittoria, al massimo poteva essere un fattore tattico da sfruttare, ma se gli altri non si buttano nelle azioni allora rischia di diventare inutile (come poi è stato). Probabilmente in questo caso ai corridori Etixx sono mancate più le gambe che la tattica, non sono quasi mai riusciti a correre da protagonisti oggi e più in generale sinora è una campagna del nord sotto le aspettative, anche se siamo solo nella prima parte. In fatto di gambe l’unica eccezione è sembrata quella di Martin, qua però con compiti di gregariato spinto, vedremo se settimana prossima verso Roubaix, con un tracciato più congeniale, saprà sorprenderci.

Sagan ha azzeccato l’azione decisiva, nessuno è salito sul secondo vagone con Vanmarcke ed alla fine i tre si sono ricongiunti con Greipel e soci. Qui apriamo un’altra parentesi: Greipel che ai -80 sul Valkenberg (o poco dopo…) se ne va tutto da solo e piano piano chiude sulla fuga è un inno al ciclismo. Erviti (alla fine settimo) e Claeys (nono) meritano a loro volta un monumento: entrambi nella fuga di giornata (con Claeys che forse s’è aggiunto in un secondo momento a dire il vero, ndr) hanno resistito sino alla fine meritando il piazzamento nei primi dieci. Lo spagnolo fa registrare il miglior risultato di sempre della Movistar in questa corsa, il belga corre per la Wanty ed immaginiamo come per lui e per tutti i suoi compagni sia stato pesante correre oggi dopo il dramma vissuto con la vicenda Demoitie.

Sagan è stato perfetto poi quando sulla terza ed ultima ascesa di giornata sull’Oude Kwaremont ha sentito il treno di Berna rimontare sui primi con un’azione da brividi. Proprio mentre Cancellara chiudeva sulla coda del gruppo al comando, davanti Sagan e Vanmarcke salutavano Kwiatkowski (poi decisamente scoppiato, è arrivato al traguardo con quasi due minuti, assieme a Greipel) lasciando di nuovo lo svizzero un passo indietro, ancora a rincorrere.

Il Paterberg poi ha dato il colpo di grazia alla corsa: su quei 360 metri Sagan ha dato mostra di essere non solo quello tatticamente più brillante e concentrato, ma semplicemente pure il più forte anche di gambe. I 13 km che lo separavano dalla prima monumento in carriera poi sono stati il suggello della sua perfezione.

Un monumento a lui anche per l’intervista post gara, dove ha mostrato la stessa lucidità che avevamo già apprezzato post mondiale di settembre scorso, con un pensiero prima ai colleghi scomparsi la settimana scorsa ed al suo compagno vittima di una caduta ieri (Bodnar) e poi alla sua gara ed al suo trionfo.

La prima monumento in carriera si incrocia con l’ultima “Ronde” di Cancellara, che qui oggi poteva diventare il primo a vincerne quattro e che a fine anno saluterà il gruppo. Fa secondo a braccia alzate, salutando tutti compresa una corsa che l’ha consacrato tra i mostri sacri di questo sport. E se la vittoria di Sagan arrivata 25 secondi prima ci aveva emozionato, l’ultima passerella di Spartacus ci fa venire la pelle d’oca: un monumento lo merita anche lui. Oggi più che la gamba, forse gli è mancato il guizzo giusto al momento giusto: la rincorsa per chiudere sul Kwaremont fosse avvenuta per staccare gli altri forse avrebbe aiutato a scrivere un’altra storia. Una storia che comunque ci racconta il 16esimo podio in una monumento, solo in due hanno fatto meglio: Roger De Vlaeminck ed Eddie Merckx.

Siamo partiti da Sagan e siamo arrivati a Merckx, meglio fermarsi, è la settimana santa del ciclismo belga, non vogliamo essere accusati di blasfemia.

azazelli

Da giovane registravo su VHS tutte le finali di atletica, mondiali ed olimpiadi, poi m'hanno cancellato il record di Donovan Bailey con Beautiful e mi sono dato al download. Vivo di sport, cerco di scriverne.

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19 risposte

  1. mlbarza ha detto:

    Bravo Sagan, ha vinto quello che ieri è stato indiscutibilmente il più forte, di testa prima e di gambe poi. Per come è andata, anche se fosse stato con lui e non in rimonta, credo che Cancellara non avrebbe in ogni caso potuto fare più che secondo.

    Sugli altri, tanta sfortuna per alcuni dei belgi (soprattutto Van Avermaet) e superiorità numerica della Etixx che una volta tanto non ha portato alcun beneficio. Forse le gambe dei leader (ma quali sono i leader?) non giravano, ma a conti fatti non sono mai stati tra i veri protagonisti della corsa.
    Bene come tattica la Sky, l’uomo forte che probabilmente era Kwiato alla fine non ha avuto abbastanza gambe, anche se è stato il promotore dell’azione alla fine decisiva.

    I nostri siamo alle solite, quelli che si dovevano spendere per gli altri lo hanno fatto abbastanza lontano dai momenti topici (e pure senza grossa incisività, a parte Gatto) mentre chi era libero di fare la sua corsa, al solito è risultato attardato quando contava

  1. 27 Aprile 2016

    […] era stata vinta da Philippe Gilbert, questa volta è toccato al campione del mondo Peter Sagan, vittorioso al Giro delle Fiandre. Peter è stato il dominatore di questa prima parte di stagione. Piazzato ovunque, dal gennaio […]

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