Vuelta a Espana 2021 – Il Percorso

Il percorso della Vuelta 2021 ha un odore familiare: quello della frizione che brucia sulle pendenze senza senso di alcune rampe a fine tappa. Sia chiaro: non si raggiungono i fasti di alcune edizioni precedenti, quando i velocisti erano dichiaratamente non benvenuti, ma di muritos ce ne sono parecchi.

Non è il ciclismo di una volta, quello dei tapponi e delle salite infinite, quello delle crono che spaccano la classifica e della gente che va in crisi a 100 km dal traguardo, ma è un ciclismo che a molti piace, specie perché in 5 minuti di sintesi su YouTube più o meno hai visto tutta la tappa. Resta vero che è l’unico GT a cui quasi nessuno arriva al picco di forma, il che è un bene perché le squadre sono meno solide e il risultato finale resta incerto fino all’ultimo.

Tappa 1Sabato 14 agosto, Burgos. Catedral VIII Centenario 2021 > Catedral (7,1 km – crono individuale)

La corsa si apre con un prologo di 7 km non semplice da interpretare. I primi 2,5 km sono in salita, con almeno 1 km al 7% per raggiungere l’Alto del Castillo. Da lì parte una breve discesa che riporta nell’abitato di Burgos. Gli ultimi 3 km sono completamente pianeggianti, ma bisogna tenersi qualcosa nelle gambe per farli al meglio. Difficoltà: **

Tappa 2Domenica 15 agosto, Caleruega. VIII Centenario de Santo Domingo de Guzmán > Burgos. Gamonal (166,7 km)

La prima tappa in linea della Vuelta 2021 è adatta ai velocisti, nonostante lo strappetto a 4 km dall’arrivo. Il finale non è abbastanza tecnico per fare selezione. Difficoltà: *

Tappa 3Lunedì 16 agosto, Santo Domingo de Silos > Espinosa de los Monteros. Picón Blanco (202,8 km)

Terza frazione, cominciano gli arrivi in salita. Il percorso è frastagliato nella prima parte, e ci sarà dunque una bella battaglia per entrare nella fuga di giornata, ma per gli uomini di classifica conta solo Picon Blanco.

Arrivo classico della Vuelta a Burgos, recentemente ci hanno vinto Landa, Superman Lopez, Ivan Sosa e Remco. E’ il classico murito spagnolo: scarsa vegetazione, strade strette, pochi tornanti. Nel complesso sono 7,6 km al 9,3% con picchi ben oltre il 15%: non si respira quasi mai e vince chi ha più gambe, senza appelli. Difficoltà: ***

Tappa 4Martedì 17 agosto, El Burgo de Osma > Molina de Aragón (163,9 km)

Frazione quasi interamente sopra i 1000 mt di altitudine, è però adatta agli sprinter. Occhio solo all’ultimo km in leggera salita (strano…): chi vuole fare la volata deve stare davanti. Difficoltà: *

Tappa 5Mercoledì 18 agosto, Tarancón > Albacete (184,4 km)

Pancake flat, come dicono gli anglosassoni. Si svolge quasi interamente su stradoni lunghi e molto esposti al vento, quindi attenzione ai ventagli. Difficoltà: *

Tappa 6Giovedì 19 agosto, Requena > Alto de la Montaña de Cullera (158,3 km)

Commento del direttore: ma che è sta roba, vanno sott’acqua? E in effetti per 50 km si sta proprio in costa, a due passi dal mare. Il rischio apnea è però più concreto negli ultimi 2 km, quando si scala l’Alto de Cullera (2 km al 9%). E’ un arrivo inedito per la Vuelta, uno di quelli in cui sganciare la bomba di watt per 5 minuti e sperare che basti per vincere la tappa. Difficoltà: **

Tappa 7Venerdì 20 agosto, Gandia > Balcón de Alicante (152 km)

Interessante frazione di media montagna che sulla carta potrebbe regalare qualche attacco da lontano (difficile così presto nelle tre settimane) o magari una fuga bidone di quelle che nessuno vuole controllare. I colli di categoria da scalare son ben 6: nessuno è particolarmente duro ma la salita per andare al traguardo può fare danni.

L’ascesa al Balcon de Alicante si divide in 3 parti: la prima pedalabile, la seconda con tratti in contropendenza, la terza brutale e impietosa. Gli ultimi 4 km scendono raramente sotto il 10% e possono presentare il conto per tutte le fatiche di giornata. Difficoltà: ***

Tappa 8Sabato 21 agosto, Santa Pola > La Manga del Mar Menor (173,7 km)

Il weekend si apre con un grande meh e non so davvero come indorarvi la pillola. Sarebbe già il quarto arrivo in volata della corsa. Troppi. Difficoltà: *

Tappa 9Domenica 22 agosto, Puerto Lumbreras > Alto de Velefique (188 km)

La prima settimana della Vuelta si chiude finalmente con una tappa di montagna seria. Sono oltre 4500 mt di dislivello, in larga parte distribuiti in una seconda parte del percorso che è identica a quella dove vinse Ryder Hesjedal nel 2009. L’Alto Collado Vella Luisa è un colosso da quasi 30 km al 4,4%. Le pendenze sono quasi sempre pedalabili ma la sezione centrale presenta 6 km tosti che vanno spesso oltre il 10%. Dalla vetta mancano meno di 50 km per andare al traguardo, quindi sarebbe lecito sognare un attacco da lontano, ma non c’è Contador in gruppo.

L’Alto de Velefique comincia ai -13 ed è una salita con un grande pregio: le pendenze più arcigne sono all’inizio. E’ meglio attaccare presto se si vogliono fare distacchi perché gli ultimi 8 km sono relativamente pedalabili. Nel complesso è una tappa tosta ma il come verrà corsa dipende esclusivamente dalle squadre. Potrebbe essere un gran giorno di ciclismo, come anche uno sprint tra 4-5 big negli ultimi metri. Difficoltà: ****

Riposo 1Lunedì 23 agosto

Tappa 10Martedì 24 agosto, Roquetas de Mar > Rincón de la Victoria (189 km)

Al rientro dal giorno di riposo i corridori trovano una frazione abbastanza semplice, che presenta però un finale insidioso. Il Puerto de Almachar (11 km al 5%) è sufficientemente lungo da mandare in crisi i velocisti e termina a soli 15 km dal traguardo. Verosimile arrivi una fuga oppure un finisseur attaccando in discesa. Difficoltà: **

Tappa 11Mercoledì 25 agosto, Antequera > Valdepeñas de Jaén (133,6 km)

Altra tappa vallonata che sembrerebbe disegnata per le fughe da lontano. E’ però molto breve, piena di falsopiani e mezze salite, il che può voler dire che la fuga non riesce ad andar via e si corre alla morte tutto il giorno. L’unico colle di categoria è il Puerto de Locubin (9 km al 5%), che termina a pochi km dall’arrivo. La breve discesa seguente porta al muro di Valdepenas de Jaen (1 km al 9%), classicone della Vuelta dove hanno vinto Anton, Purito e Dani Moreno. Roba per specialisti delle rampe insomma. Difficoltà: ***

Tappa 12Giovedì 26 agosto, Jaén > Córdoba (175 km)

La seconda settimana prosegue in Andalusia con una tappa che strizza l’occhio ad attaccanti e coraggiosi. Il punto chiave si trova ai -26, quando comincia l’Alto del 14% (…). E’ una salita pedalabile che, a discapito del nome, presenta un solo tratto al 14% nell’ultimo km. Dal GPM i km per arrivare a Cordoba sono 19, equamente distribuiti tra discesa e pianura. Improbabile si muovano i big. Difficoltà: ***

Tappa 13Venerdì 27 agosto, Belmez > Villanueva de la Serena (203,7 km)

Unica chance per gli sprinter puri in questa seconda settimana. Meglio non farsela scappare. Difficoltà: *

Tappa 14Sabato 28 agosto, Don Benito > Pico Villuercas (165,7 km)

Forse la più intrigante frazione di questa Vuelta 2021, di sicuro quella che offre più chance di far saltare il banco. Sarebbe in realtà un profilo piuttosto scialbo, non fosse per quella rampa brutale a metà percorso che risponde al nome di Collado de Ballesteros. Considerato da molti il muro di Sormano spagnolo, è lungo quasi 3 km al 14% con diversi tratti sopra il 20%. Qui la selezione viene naturale e quello che succede dopo dipende dai corridori: se davanti c’è un gruppetto forte si farà molta fatica a rientrare. Dalla vetta parte una lunga discesa che porta nel circuito vallonato di Gaudalupe. L’ultima asperità di giornata comincia ai -15.

Il Pico Villuercas (14,5 al 6,2%) non è una salita impossibile. Va su a gradoni, con sezioni molto dure intervallate da tratti pedalabili. Classica giornata in cui può succedere tutto e niente. Se il gruppo arriva ai piedi di questa salita ancora forte di molti gregari sarà quasi impossibile fare distacchi. Se invece la corsa scoppia sul Ballesteros tenetevi forte. Difficoltà: ****

Tappa 15Domenica 29 agosto, Navalmoral de la Mata > El Barraco (197,5 km)

Altra tappa di montagna, questa volta con 4 colli di categoria da scalare e arrivo non in salita. I primi 70 km sono sostanzialmente pianeggianti, poi si scalano in successione Alto de la Centenera (15 km al 5,5%) e Puerto de Pedro Bernardo (9 km al 4,2%). Le pendenze sono quasi sempre pedalabili, quindi non aspettatevi granché dagli uomini di classifica. Ai -59 comincia il Puerto de Mijares (20,4 km al 5,4%).

Lunga e costante, è una salita peculiare per gli standard della Vuelta. Non ci sono infatti rampe dove fare la differenza, ma con un treno che va su di ritmo fin dai primi km si può fare parecchia selezione e capire in cima chi è rimasto nel gruppo buono. Dalla vetta ci sono 24 km per andare a prendere il Puerto San Juan de Nava (8,6 km al 3,8%), una salita semplice che scoraggia gli attacchi. Probabile che oggi a giocarsi la vittoria siano gli uomini in fuga, magari con una fagianata nel tratto pianeggiante dopo l’ultimo scollinamento. Difficoltà: ****

Riposo 2Lunedì 30 agosto

Tappa 16Martedì 31 agosto, Laredo > Santa Cruz de Bezana (180 km)

Dovrebbe essere roba per velocisti, ma a inizio terza settimana non è detto ce ne siano molti rimasti in corsa. In quel caso, gran battaglia per andare in fuga. Difficoltà: *

Tappa 17Mercoledì 1 settembre, Unquera > Lagos de Covadonga (185,8 km)

Vorrei parlarvi della durezza di questa tappa e della doppia scalata alla Collada Llomena (7,6 km al 9,3%), ma la verità è che entrambi i passaggi sono molto distanti dal traguardo e c’è troppa valle in mezzo per pensare ad attacchi da lontano. La sensazione è che oggi conti solo l’ascesa finale, quella ai Lagos de Covadonga.

Classicone della Vuelta (si arriva qui per la 21esima volta), è una salita difficile da interpretare. Complessivamente sono 12,5 km al 7% ma la pendenza media è ingannevole. Parte subito forte con un km al 10% e non ti lascia respirare fino ai -5, quando cominciano i tratti in contropendenza e in falsopiano. A quel punto contano le gambe, ma anche la capacità di compiere sforzi esplosivi e ripetuti, che non è roba per tutti. Nel 2018 vinse Thibaut Pinot con un attacco bruciante che gli permise di staccare i compagni di fuga negli ultimi 6 km. Difficoltà: *****

Tappa 18Giovedì 2 settembre, Salas > Altu d’El Gamoniteiru (162,6 km)

I cycling nerd di tutto il mondo aspettavano questo momento da parecchio tempo e finalmente è arrivato: la Vuelta scala Gamoniteiru. Ma andiamo con ordine perché questa è l’ultima tappa di montagna della corsa e c’è parecchio sugo sul percorso. Pronti via comincia il lunghissimo falsopiano che porta alla base del San Llaurienzu (10km all’8,6%). E’ una salita tosta e relativamente lunga per gli standard spagnoli, ma per muoverti qui devi avere cojones grossi come ossobuchi. Discesa, tratto in valle e si attacca la Cobertoria.

Salita breve ma molto sapida, la Cobertoria misura 8 km all’8,6%. Alla Vuelta è sempre stata utilizzata come passo e mai come arrivo di tappa, il che la renderebbe perfetta per attacchi da lontano. Il problema di questa tappa è che dalla vetta ci sono quasi 40 km per arrivare alla base del Cordal e molti sono pianeggianti. Il Cordal peraltro è scalato dal versante più semplice (12 km al 4%) e favorisce quindi chi insegue con la squadra, rendendo le azioni dei coraggiosi un mezzo suicidio. Verosimile dunque che il gruppo dei favoriti arrivi compatto ai piedi della bestia.

Non ci sono tante parole per descrivere salite come questa. Come sul Mortirolo, lo Zoncolan o l’Angliru, scattare non serve, meglio prendere il proprio ritmo e non andare fuori giri. Complessivamente sono quasi 15 km al 10%, con un solo breve tratto centrale dove respirare, quasi un’ora di scalata. Qui non servono i gregari, non ci sono corpi dietro cui nascondersi: se arriva la crisi devi andare su a zig e zag e al traguardo contare i minuti di ritardo. E’ la tappa chiave di questa Vuelta 2021. Difficoltà: *****

Tappa 19Venerdì 3 settembre, Tapia > Monforte de Lemos (191,2 km)

Fugone che si gioca la vittoria di tappa e gruppo che arriva mezz’ora dopo. Difficoltà: **

Tappa 20Sabato 4 settembre, Sanxenxo > Mos. Castro de Herville (202,2 km)

L’ultima frazione in linea della corsa è intrigante. Al posto del solito arrivo in salita senz’arte né parte, gli organizzatori propongono una tappa lunga, vallonata e piena di insidie. Gli ultimi 100 km in particolare non hanno un metro di pianura. Sulla carta nessuno dei colli previsti è particolarmente duro (pendenza media tra il 5% e il 6%) ma sono tutti irregolari, con rampe al 10% e tratti in falsopiano. La corsa può scoppiare ovunque, specialmente se una squadra ha i numeri per andare all’arrembaggio.

L’ultima asperità di giornata è l’Alto Castro de Herville (10 km al 5%), forse il più traditore tra tutti i colli sul percorso. Quei 2 km oltre il 10% possono distruggere i sogni di tanti, magari proprio di una maglia rossa che ci arriva col fiato corto. Una tappa che sembra una classica e speriamo venga corsa come tale, senza pensare al domani. Difficoltà: ****

Tappa 21Domenica 5 settembre, Padrón > Santiago de Compostela (33,8 km, crono individuale)

Mettere una crono al termine della corsa è sempre un azzardo. Può andarti molto bene, se la classifica è corta e rischia di ribaltarsi, o molto male, se ormai i giochi son fatti. Questa è una cronometro di media lunghezza, dura, adatta ai grandi motori. E il fatto che sia collocata al termine della terza settimana depone a favore di chi ha ancora benzina nel serbatoio. Possono volare i minuti. Difficoltà: ****

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