Liège – Bastogne – Liège 2015

Liege-Bastoge-Liege 2010 part 2 the race

Quarta monumento dell’anno e ultima chance sulle Ardenne, la Liegi ha da sempre un ruolo particolare nel panorama ciclistico internazionale, perché più di ogni altra gara di un giorno sembra fatta apposta per i corridori da grandi giri. Ci può andare chi è quasi al picco di forma in vista del Giro, ma anche chi è pronto a staccare la spina per un mesetto prima di cominciare la preparazione per il Tour. E poi quel percorso: duro, vallonato, ma che non esclude gli specialisti delle classiche come spesso fa il Giro di Lombardia. Sono 250 km di colli su strade complicate. Servono motore, grande bike handling, tempismo, fondo e un po’ di fortuna. Questa è la Doyenne, la decana, la più antica tra tutte le classiche.

Il profilo è un po’ cambiato rispetto all’anno scorso: 10 km in meno, compensati da un finale sulla carta più selettivo. Sparisce la Còte des Forges, ritornano il Col du Rosier e il Col du Maquisard a cavallo del duecentesimo chilometro di gara. E’ qui che si entra nel vivo della corsa. Ai -35 c’è la temutissima Redoute: 2 km al 9% che sono spesso trampolino ideale per azioni leggendarie. Seguono 10 km di mangia e bevi, poi arriva la Roche-aux-Faucons, e infine ai -5 il Saint-Nicolas, ultima speranza per chi non può aspettare la volata.

Stage-1429008362Attenzione perché tra infortuni, condizioni di forma non ottimali ed età che avanza, molti dei consueti favoriti per questa gara non sembrano in grado di fare la differenza, per cui potrebbe venirne fuori una corsa senza grande controllo, in cui anche un’azione in contropiede a 40 km dal traguardo ha una chance di arrivare.

I favoriti

Alejandro Valverde (Movistar) – Talvolta ci si dimentica di quante corse abbia vinto in carriera il murciano. E’ vero, ne ha probabilmente buttate altrettante, ma si parla di un corridore da quasi 90 vittorie nel palmares, e uno che nelle gare importanti è sempre nel gruppo buono.

Fanno 26 podi in classiche importanti

Fanno 26 podi in classiche importanti

La Liegi è una corsa fatta su misura per le sue caratteristiche e nessuno è parso in grado di impensierirlo alla Freccia Vallone. Ci piacerebbe vederlo all’attacco come spesso gli succede nelle corse minori, ma conoscendolo aspetterà gli ultimi chilometri.

Pronti a vincere

Michael Kwiatkowski (Etixx-Quickstep) – Il campione del mondo aveva cominciato la stagione in chiaroscuro ma sta pian piano sfatando la maledizione della maglia iridata. Non lasciatevi ingannare dalla prestazione sotto il par alla Freccia: il muro di Huy è roba per scalatori veri, e lui non lo è. All’Amstel ha corso in maniera perfetta e in volata li ha sverniciati tutti. Non si può nemmeno dire che teme le distanze più lunghe, come ampiamente dimostrato l’anno scorso a Ponferrada.

Dan Martin (Garmin-Cannondale) – Il problema con Martin è sempre lo stesso: deve evitare cadute. Perché quando riesce a stare sulla bici raramente sbaglia. Ha già due Monumento in bacheca, tra cui proprio la Liegi del 2013. Da valutare il momento di forma, solo discreto all’Amstel e poi ritirato alla Freccia per un caduta. Per vincere ha bisogno di una sparata da finisseur, perché in volata teoricamente è battuto.

Purito Rodriguez (Katusha) – Abbiamo vissuto una decina di giorni in cui la Katusha ha lasciato le briciole agli avversari, sulle Ardenne hanno per il momento mancato il colpo vincente. Purito qui ha due secondi posti (2009 e 2013) su 12 partecipazioni e si porta ancora dietro la condizione che gli ha permesso di dominare il Giro dei Paesi Baschi e poi arrivare quarto sul muro di Huy.

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Quelchepassa Outsider

Tim Wellens (Lotto-Soudal) – Classe ’91 e un talento sgorgante per andare in bici. L’anno scorso visibile al Giro e poi in crescendo esponenziale nella seconda parte di stagione, con vittoria all’ Eneco e quarto posto nel Giro di Lombardia. Ha il passo e l’ambizione per provarci da lontano.

Domenico Pozzovivo (Ag2r) – Lo scalatore lucano vive un eccellente momento di forma anche in ottica Giro. Alla Liegi già l’anno scorso ha ottenuto un convincente quinto posto partendo da lontano e le due vittorie raggiunte in questo inizio di stagione, una al Catalogna e una giorni fa al Trentino, ci raccontano di un più che possibile outsider. La Ag2r ha molte frecce al suo arco ma Domenico resta la carta migliore, con Nocentini che finora si è ben districato sulle Ardenne, Bardet un po’ in ombra e Betancur ormai perso tra problemi motivazionali e di forchetta.

Vincenzo Nibali (Astana) – L’Astana non sta passando un bel momento, anche se pare che la licenza WT per quest’anno sia salva. Nibali anche sulle Ardenne non ha mostrato una gran forma, ma resta, su base di 12 mesi, il nostro miglior talento per le classiche vallonate. Il team kazako è l’unico che ha provato azioni diverse questa settimana (anche se alla Freccia non sono stati così convincenti). Non ci stupiremmo dunque di vedere il siculo-toscano all’attacco, magari proprio sulla Redoute; se poi avrà le gambe per fare la differenza lo scopriremo solo domenica.

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Julian Alaphilippe (Etixx-Quickstep) – Discreto all’Amstel dove ha lavorato per il capitano Kwiatkowski, stupefacente alla Freccia dove si è arreso solo a Valverde. Il campioncino francese non è testato su queste distanze ma ha la sparata per sorprendere nel finale, specialmente se la Etixx avesse superiorità numerica.

Pare incredibile non trovare Philippe Gilbert in una preview della Liegi, ma il belga è caduto male mercoledì e non si sa nemmeno se correrà, stante che finora in stagione non ha ancora vinto. L’anno scorso qui vinse Simon Gerrans, che però è appena rientrato da un infortunio e ha bisogno di una gara molto tattica per rimanere a contatto. Per Rui Costa la condizione non sembra ottimale, se è vero che alla Freccia Vallone ha fatto lavorare la sua squadra per poi piantarsi come un sasso sul Mur de Huy.

Di outsider ce ne potrebbero essere una valanga: da Dani Moreno a Roman Kreuziger, passando per Pierre Rolland, Bauke Mollema e Tony Gallopin. In casa Astana bisogna andare all’arrembaggio perché in volata sono tutti fermi: occhio dunque a Jakub Fuglsang sulla Roche-aux-Faucons. Wilco Kelderman è l’unica opzione credibile per una LottoNL che nel 2015 non ha ancora vinto una corsa, mentre Sky si affida a un Sergio Henao in grande crescita. Se invece vi piacciono le imprese da lontano il vostro uomo è Tom Dumoulin: io gli sto scrivendo in privato su Twitter da giorni, supplicandolo di provarci.

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Gli italiani

Non vinciamo la Liegi dal 2007, quando a trionfare fu Danilo Di Luca. L’ultimo sul podio è stato Vincenzo Nibali, che tre anni fa l’accarezzò a lungo prima di arrendersi al colpa di coda di Maxim Iglinskiy. Non abbiamo probabilmente l’uomo per vincere nel finale, ma di gente adatta alla Doyenne ce n’è parecchia. Giampaolo Caruso, ad esempio, l’anno scorso ci provò da lontano con Pozzovivo e arrivò a tanto così dal sorprendere il mondo. E poi Michele Scarponi, che con questa corsa ha un feeling particolare (5 partecipazioni, 4 volte in top10) e che potrebbe essere quello che spariglia il mazzo per l’Astana. Giovanni Visconti vive di questi percorsi, ma dovrà verosimilmente lavorare per Valverde. Diego Ulissi è un altro che sulla carta potrebbe far bene, ma non ha mai dimostrato di poter reggere i 250 km. Dovesse esserci una gara conservativa occhio anche a Fabio Felline, strepitoso in questo inizio di stagione e capace di vincere volata da gruppi ristretti. Senza dimenticare Enrico Gasparotto, che qui è già andato a podio nel 2012 e che ha dato ottimi segnali all’Amstel.

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Una risposta

  1. azazelli ha detto:

    My two cents li metto su Purito! Anche questa mi toccherà vederla in registrata…

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